– Devi avere pazienza, con me.
– Sono paziente.
– No, molta più pazienza di quella che tu possa immaginare.
Mi riferivo a tutto.
A quei momenti di silenzio,
in cui mi volto,
e ti do le spalle.
Mi chiudo.
E non ti parlo.
E non ti guardo.
Sono strana, lo so.
Difficile, per di più.
Semplice, di rado.
Eppure tu non smetti di esserci.
Non ti arrendi
ai miei “niente”.
La tua mano continua a sfiorarmi
anche se non ti guardo.
Le tue labbra mi accarezzano la pelle
anche se non ti parlo.
Sei paziente,
non mentivi.
Non menti mai,
tu.
E io,
quando incastro la mia testa
nell’incavo della tua spalla,
e ti respiro la pelle,
ecco in quel momento
tu non mi vedi,
ma sorrido,
perché in quel preciso momento lì
io capisco che vuol dire
sentirsi fortunata.