– Restiamo così, abbracciati per sempre?
– Non possiamo.
– Perché?
– Devo andare, lo sai.
– Vuoi andare, è diverso.
– Ok, allora. Voglio andare.
– Ancora non capisco perché.
– Perché cosa?
– Perché te ne vai sempre.
– Te l’ho già spiegato.
– Niente di quello che hai detto ha senso.
– Ha senso per me.
– Non sono spiegazioni. Sono scuse.
– Perché dobbiamo dirci sempre le stesse cose?
– Perché voglio di più.
– Non posso dartelo, lo sai.
– Non vuoi. È diverso.
– Va bene, non voglio. Quindi?
– Non mi basta più.
– Mi dispiace.
– Allora resta.
– Ricominciamo?
– No. La finiamo. Vai.
– Vado, adesso.
– No, vai. Non tornare.
– Mi lasci andare così?
– Che cosa vuoi da me?
– Abbracciami.
– E poi?
– E poi non lo so.
– Non mi basta più.
– Mi dispiace.
– Lo so.
– Non resterò.
– Lo so.
– Allora vado?
– No.
– Che cosa vuoi da me?
– Abbracciami.
CHE COSA VUOI DA ME?
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